a piedi nudi .. mano nella mano

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Mi riferisco alle grandi idee della fiducia e della gratuità, all’atteggiamento di apertura che porta a dare credito a ciò che l’altro ci racconta.
“Diffidenza” viene dal latino “fidare”, cui si antepone la particella “dis”; non è affatto la rinuncia alla fiducia, ma la sua messa alla prova: “disfidare” significa infatti costringere l’interlocutore a presentare e a spiegare le sue ragioni, cioè a dare ragione di ciò che ha fatto o intende fare, a rendere conto.
La diffidenza è dunque “disfida”, istituzione di un dibattito e di un giudizio nel quale colui che ha ricevuto il potere deve dimostrarsi responsabile (dal latino “respondeo”), che significa alla lettera: capace di rispondere del suo operato. In questo senso, è anche l’atteggiamento “interrogativo”.
“Sospetto” viene dal latino “suspicere”, cioè guardare da sotto in su; è espressione esatta del detto popolare: «chi sale la scala mostra le vergogne» (per dirla gentilmente). E in effetti chi assume un ruolo di potere deve dimostrare di essere “pulito” e disposto ad una trasparenza che invade la sua riservatezza e che non è richiesta a tutti; lo sguardo “dal basso”, che può anche diventare spiacevole e irrispettosa invadenza – o addirittura abitudine a guardare ogni cosa cercandovi gli aspetti sordidi, veri o inventati che siano–, è però, nella sua interpretazione retta, una essenziale funzione di controllo, da parte di coloro che hanno eletto, verso coloro che sono stati eletti, cioè scelti e, per questo, innalzati.
Il controllo dal basso deve garantire che la funzione pubblica venga esercitata senza interesse privato.
“Dubitare” viene dal latino “dubium”, che, a sua volta, viene da “duo”, cioè “due”. Il compito del dubbio è proprio quello di creare una situazione di sospensione nel decidere tra diverse possibilità; il dubbio politico, in democrazia, è essenziale perché fa parte del metodo democratico, il quale richiede che ad ogni proposta o decisione si cerchi di contrapporre qualche altra possibilità.
Il dubbio,dunque, è l’espressione razionale del pluralismo sociale e politico.
Esso garantisce che non ci sia, da parte dei governati nei confronti dei governanti, una delega acritica, ma che la fiducia venga accordata sulla base di un consenso costruito e provato dal dibattito. In conclusione, la diffidenza si rivela essere condizione della responsabilità, il sospetto condizione della gratuità, il dubbio condizione della fiducia.
Il “trittico”diffidenza-sospetto-dubbio, è una grande eredità culturale, costruita attraverso la dialettica filosofica greca, il diritto romano e la tradizione repubblicana, la liberale limitazione dei poteri; è l’altra faccia delle virtù civili imperniate sul trittico fiducia-gratuità-responsabilità, in quel significato che ai due trittici viene conferito da una corretta dottrina della democrazia; i due trittici si richiamano l’un l’altro, come nel Vangelo il candore delle colombe si deve unire alla furbizia dei serpenti, o come, facendo riferimento al dibattito contrattualista moderno e contemporaneo, il principio della paura deve integrarsi con quello della speranza nel costruire progetti politici e istituzioni equilibrate.
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