resistenze sul paraBrezza

Studiavo come al solito di notte. 
Mi divertiva il latino, lingua escogitata da qualche enigmista. 
Tradurlo era cercare la soluzione. 
Non mi piaceva il caso accusativo, aveva un brutto nome. 
Bello il dativo, teatrale il vocativo, essenziale l’ablativo. 
Era pigro l’italiano che rinunciava ai casi.
In storia mi annoiavano le tre guerrette d’indipendenza, mi incuriosiva invece la resistenza del Sud, 
sistema col nome di brigantaggio. 
I vincitori hanno bisogno di denigrare i vinti. 
Il Sud era rimasto affezionato ai suoi sconfitti. 
Fu un’epopea militare molto più sanguinosa delle scaramucce del Risorgimento 
con la buffa doppia battaglia di Custoza, perduta due volte a distanza di anni.
Cavour mi era antipatico, Mazzini era il fondatore di una banda armata. 
Garibaldi era arrivato in un momento fortunato, Pisacane in quello sbagliato. 
La storia era una cucina di ingredienti, si cambiavano dosi e ne usciva tutt’un’altra pietanza. 
Non potevo fare lo stesso gioco con la chimica e la fisica. 
Gli atomi si erano distribuiti il mondo in maniera pacifica, 
ma c’era stata un’epoca di guerra tra ossigeno e idrogeno 
prima di raggiungere la concordia attraverso la formula dell’acqua. 
La chimica era lo studio dell’equilibrio raggiunto dalla materia del mondo. 
E.d.LIMG_2920 12