Credere

Freccia: No, io non credo niente. Credo solo che sei un po’ stronzo.
Boris: Hai ragione a non credere a niente. Non hai mai creduto in niente. Niente Dio. Politica, per carità: PCI, DC, bombe, non bombe, è lo stesso. E il bello è che non te ne frega davvero niente. Te ne stai qui, a fare lo sborone con queste due o tre cosine. Ma è facile cocco, così è molto facile.
Freccia: Amen. [Se ne va]
Bruno: È sabato notte e in questo momento molti di voi avranno di meglio da fare che stare ad ascoltare noi alla radio, molti avranno di peggio da fare, molti se la stanno spassando, sono sicuro, ma sono convinto che tanti di voi, che guardacaso avranno 18-20 anni, sono lì che non si lasciano stare neanche a quest’ora di sabato. Io non so com’era avere 18-20 anni negli anni 50 o 60… So cosa vuol dire per me e per tanti altri averli adesso. Questo 1977 è un gran casino; c’è un gran movimento in giro, non so dire se è bello o brutto; però è veloce. Ci sono le bombe, c’è il movimento studentesco, ci sono le radio libere, ci sono i genitori che sempre di più sono come tu giuri che non sarai mai, ci sono le utopie, le religioni, e ci sono appunto quelli che non si lasciano stare.
Freccia: Vuoi dire che tocca a me?
Bruno: Secondo me sì… Ci sono i buchi e in mezzo a tutto questo c’è il nostro bisogno di saperne di più! Stiamo viaggiando senza cartina o con una cartina illeggibile… Beh secondo me è arrivato il momento che questa cartina ce la facciamo noi! E una volta fatta la facciamo circolare!