San Francisco

Un salto nel futuro e sono tornata indietro

 

Ho visto gente spostarsi in skate, sui roller, in monopattino, sui trespogli a motore, sulle tavolette smontabili, sulle bici elettriche. Oppure su vecchi tram sferraglianti e colorati, (molto costosi: è il vintage, bellezza!) In macchina, ma con UberPoll: digiti, prenoti, sali, e poi qualcun altro viene raccolto sul percorso insieme a te.

Si fanno sessione di yoga in aeroporto, appena sbarcati, il pilates è sostituito dal Ballet Barre, balletto classico alla sbarra per tutti, si fa meditazione di gruppo nelle chiese high-tech dove le preghiere sono scritte sugli iPad.

Si entra in casa senza chiavi, (basta il cellulare), la tv si guarda sul computer o proiettata sulle pareti di casa, si mangia poca carne, tanto salmone e c’è avocado dappertutto…

Si ascolta buona musica, Jazz vellutato, Country o chitarra acustica, ma quando c’è l’opera tutti vanno allo stadio di baseball con coperte da picnic per seguirla sul grande schermo. Sorpresa: negli intervalli c’è un presentatore che intrattiene con quiz sula lirica. Educational, why not? In compenso, pochi locali di tendenza, zero glamour, vita notturna assente..E’ una città di nerdoni, (nerdoni da nerd: genietti timidoni che lavorano nel digitale, vestiti male e pettinati peggio, detto con affetto).

Siamo o non siamo della Silicon Valley? Qui i bambini costruiscono per diletto droni anti-crash o robot da passeggio, fanno a gara nelle olimpiadi di matematica e appena crescono frequentano università bellissime, verdissime, aperte a tutte le ore del giorno e della notte, anche ai curiosi come me, che entrano nel laboratori di astrofisica per guardare in faccia i futuri premi Nobel. Il frutto di tanta scienza? Un’esplosione di gadgettistica funzionale: ciondolini al collo che monitorano la tua salute; braccialetti pastello per rintracciare i piccoli che si sono persi. E, patch dedicati da appiccicare sulla schiena che vibrano, dolcemente, per segnalarti che stai assumendo la postura sbagliata; ventaglietti candidi, poco più di una farfalla, da poggiare sulle tempie per recuperare calma ed energia; auricolari che aiutano a meditare; piccole deliziose colture idroponiche da scrivania… Ancora: “tantissimi matti da legare che frequentano le strade con i loro carrelli traboccanti mercanzie. Ma qui è normale! La diversità è accolta per principio, ormai con indifferenza, le etnie sono un pallido ricordo, i generi anche, il mix è compiuto e tutti sono cool, rilassati.”

Sì, ho visto tante cose che mi sono piaciute nella San Francisco dove da turista sono migrata… Mi piace questo futuro che profuma di scienza, di tolleranza, di orti e fiori. Mi piace che pensare che da lì non può venire che qualcosa di buono: e potevo non raccontarvelo anche con una foto

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